Seguivo da tempo e con ammirazione il blog Mangia Vivi Viaggia (www.mangiaviviviaggia.com) di Gianluca Gotto. Così, quando di recente mi sono ritrovata a sfogliare le pagine del suo ultimo libro “Le coordinate della felicità”, mi sono detta che avrei voluto intervistarlo. Scrivo di getto a Gianluca e lui è sin da subito disponibile.
Gianluca è uno scrittore, viaggiatore e inguaribile sognatore che, grazie alle sue parole, incoraggia i lettori ad inseguire i propri sogni e trovare la felicità.
Ciao Gianluca, nel tuo libro racconti la tua storia, quella di un giovane ragazzo torinese, un po’ annoiato e che sentiva stretti gli abiti che gli altri volevano che indossasse. Il tuo viaggio in posti bellissimi del mondo ti ha permesso di essere quello che sei oggi. Come è la tua vita adesso?
Oggi ho una vita che sento mia, questa è la differenza più grande rispetto a prima, quando invece mi sembrava di essere la comparsa in una replica. Facevo le cose che facevano tutti nel tentativo di essere e sentirmi “normale”, perché non ero consapevole di quanto invece sia straordinario brillare della propria luce. Con tanto impegni, numerosi sacrifici e cambiamenti totali, sono riuscito a costruirmi una vita particolare: da anni vivo viaggiando per il mondo, mantenendomi completamente con il mio lavoro in remoto.
All’inizio scrivevo articoli per siti web, ero un articolista a partita iva; oggi mi occupo principalmente di “Mangia Vivi Viaggia”, il blog che ho lanciato con la mia ragazza nel 2016 e soprattutto dei miei libri.
Oggi sei un nomade digitale. Raccontaci che cosa vuol dire. In cosa consiste?
Un nomade digitale è chiunque riesca a lavorare completamente in remoto e decida di sfruttare questa opportunità per vivere viaggiando. Ci sono tanti impieghi che aprono le porte a questo stile di vita. Come detto, io mi occupo di scrittura online ma c’è chi si occupa di traduzioni, chi si occupa di grafiche, chi è un esperto di marketing, chi è un programmatore. Qualsiasi attività tu possa svolgere senza dover andare in ufficio ogni giorno, può renderti un nomade digitale. Per me questa è una scelta non solo lavorativa, soprattutto di vita: sognavo di poter vivere inseguendo il sole ed evitando gli inverni ed è esattamente quello che faccio, visto che i mesi in cui in Italia fa più freddo li passo tra le Canarie e il sud-est asiatico.
È uno stile di vita che si basa sulla libertà.
Nel tuo libro scrivi: “Se devi sognare, fallo in grande”. I tuoi grandi sogni si sono già realizzati?
I grandi sogni che avevo li ho realizzati, sì. Sognavo di essere libero, di poter viaggiare a lungo e vivere all’estero. Sognavo di fare della scrittura un mezzo di sostentamento e di avere la possibilità di gestire il mio tempo come volevo. Sognavo di costruire qualcosa di prezioso con la mia compagna e di poter diffondere un messaggio diverso. E sono convinto che si debba sempre sognare in grande, perché non costa nulla e ti mantiene vivo, ti dona quel brivido che dà un senso alle tue giornate, un appiglio a cui aggrapparti quando tutto va storto. Detto ciò, ora ho nuovi sogni proprio perché credo che sognare sia il modo migliore per mantenersi sempre vivi e carichi.
Insieme alla tua amata Claudia, hai intrapreso il grande viaggio della vita tuffandoti con coraggio in un mare pieno di incertezza. Dove puntano oggi le tue coordinate della felicità?
Le coordinate della mia felicità sono in costante aggiornamento, ed è proprio questo il bello: non abbiamo certezze, dobbiamo scorrere insieme agli eventi cercando sempre di fare del nostro meglio e non avere rimpianti. Dal punto di vista geografico, oggi puntano sicuramente qui in Asia, perché con questi luoghi, queste persone e questa cultura mi sento profondamente a mio agio. Dal punto di vista personale, le coordinate puntano sempre nella stessa direzione: l’amore.
Se non ami te stesso, le persone che frequenti, i luoghi in cui vivi e la vita che ti sei costruito, vivere non ha alcun senso. L’amore, nel senso più universale del termine, è ciò che dà senso a tutto il tuo percorso, più di qualsiasi successo professionale o meramente egoistico.