Per chi decide di andare alla scoperta dei piccoli borghi marchigiani della Provincia di Pesaro e Urbino, Barchi è di sicuro una delle tappe da includere nell’itinerario.
La “porta vestita”
L’accesso al castello avviene attraverso la strada della Porta Vecchia oppure salendo la seicentesca via d’accesso e oltrepassando l’imponente arcata della Porta Nova. Da qualche anno a questa parte, questa porta d’ingresso a Barchi è abbellita da decorazioni sapientemente realizzate a mano dall’associazione “Compagnia delle Catenelle”.
Per il 2022 le associate hanno realizzato delle variopinte opere in lana lavorate all’uncinetto: si tratta di 32 aquiloni, i due più grandi applicati alla facciata della porta, mentre altri 30 appesi lungo Corso Umberto. Diciannove donne di diverse generazioni hanno lavorato con pazienza e passione ben 2 Km di filo di lana per abbellire il loro amato borgo con questi originali aquiloni.
Un giro in centro
Una volta arrivati a Barchi, godetevi la tranquilla passeggiata all’interno delle mura. Scoprirete Palazzo della Rovere, l’angusto vicolo degli Ebrei, che testimonia la presenza storica di una comunità ebraica, il Palazzo Civico (“comitale”) con la torre campanaria cuspidata e l’originale orologio che funziona ad un’unica lancetta. Il loggiato, formato da quattro archi dai quali si accede oggi agli uffici comunali, serviva probabilmente da mercato coperto; si riconoscono ancora alcune tacche per le misure incise sulla pietra arenaria.
Nella piazza, cuore del centro storico, sulla quale si affacciano gli antichi edifici del potere, la fontana pubblica a ruota riforniva le famiglie traendo l’acqua dalla cisterna sottostante.
Accanto al palazzo municipale spicca l’edificio della chiesa della SS. Resurrezione, allungato, togliendo così proporzione alla piazza, nel Seicento. L’antica chiesa, dedicata ai santi Ubaldo, Tommaso d’Aquino e Filippo Neri, poi Collegiata della SS. Resurrezione, e infine semplicemente della SS. Resurrezione ha la facciata in laterizio dalla quale è percepibile la divisione interna a tre navate, con quella centrale più alta delle laterali.
Proseguendo la passeggiata, una volta usciti dalla Chiesa, si arriva in fondo alle mura da dove si gode un panorama che spazia dal mare all’Appennino. Costeggiando le mura per via Mura al monte si ritorna in via Verdi e si può vedere uno dei torricini circolari innestati da Filippo Terzi sui due fronti del castello. Arrivando quasi a Porta nova, nel palazzo che ha ospitato a lungo un istituto di suore, si trova il piccolo museo degli orci e orciai e della Banda Grossi. Il museo, allestito nelle grotte o cantine dell’edificio, raccoglie i manufatti tipici degli orciai del luogo e ripercorre, attraverso pannelli storici, le avventure e disavventure di una banda di briganti, la banda Grossi, attiva nelle campagne nel XIX secolo.
Cosa vedere nei dintorni di Barchi?
Una visita a Orciano di Pesaro, dove nacque nel 1930 il grande artista Giò Pomodoro, che qui trascorse la sua infanzia.