È ormai una tradizione per Serrungarina quella di celebrare con una grande festa la Pera Angelica. In questo caratteristico borgo di origine medievale dell’entroterra marchigiano, in Provincia di Pesaro e Urbino, anche quest’anno, per il 26° anno, verranno dedicate due giornate, il 2 e 3 settembre, a questo frutto dolce e succoso che cresce qui da tempi immemori.
Per saperne di più…
La pera Angelica è una varietà di pera antica, di cui troviamo attestazioni scritte già all’inizio dell’Ottocento ed è quindi probabile che la sua origine risalga ad epoche ancora precedenti. La coltivazione della pera Angelica era piuttosto diffusa in Italia negli anni d’oro della produzione di pere, ovvero gli anni ’60, specialmente in Emilia-Romagna, Veneto e Marche. Con il tempo la coltivazione di questa tipologia di pera è stata progressivamente abbandonata in favore di quella di altre qualità di maggiore fortuna commerciale e oggi essa è coltivata soltanto in alcune specifiche zone del nostro Paese.
È soprattutto nelle Marche che si è osservata una vera e propria riscoperta della pera Angelica.
La sua buccia gialla sfumata di rosso è una delle sue caratteristiche, oltre al sapore che, mi fanno notare gli esperti, muta anche solo da un pereto all’altro poiché il terreno in cui è coltivata ne influenza il gusto. La polpa della pera Angelica è bianca, soda e cremosa, il suo profumo è intenso e assaggiandola si può scoprire una pera dolcissima, che al palato rivela anche un delicato sentore di amaretto.
Curiosità
Questo frutto raro e pregiato è stato riconosciuto dal 2001 come prodotto agro-alimentare tradizionale. Le pere vengono raccolte all’inizio del mese di settembre e anticamente venivano poste nel tradizionale “melaro”, cesto di paglia posto in sommità di un gelso (Morus alba).
Una grande festa
La Festa della Pera Angelica quest’anno è alla sua 26° edizione e la Proloco di Serrungarina ha organizzato un programma molto interessante per animare il centro storico con botteghe e locande, degustazioni di prodotti tipici e cocktail al gusto di pera angelica, spettacoli, musica dal vivo e tanta convivialità.
Ecco qui il programma completo:
Cosa vedere a Serrungarina?
Di questo borgo di origine medievale che fa parte del Comune di Colli al Metauro, nel cuore della rigogliosa Valle del Metauro, colpisce la pianta urbana, a forma di torta.
Serrungarina deve il suo nome attuale, con molta probabilità, ad un notaio, Ser Ungaro degli Atti, vissuto nel XIV sec. Abitato fin da tempi antichissimi, nato come rifugio per le popolazioni colpite dai conflitti ai tempi dei Goti e dei greci verso il 534 il piccolo comune passa, nel 1343, al dominio dei Malatesta i quali vi fecero edificare una rocca, imponete struttura che ancora oggi delimita il borgo medievale di cui si può ammirare la suggestiva scalinata di mattoni rossi che conduce fino alla Piazza del paese.
Di notevole interesse è la chiesa di Sant’Antonio Abate. Anticamente al suo posto vi era la Torre Malatestina costruita nel 1665 e che fu ricostruita (a seguito della demolizione del 1866) nel 1870. Di stupenda fattura, all’interno della Chiesa troverete due opere d’arte di notevole interesse, “L’immacolata Concezione” (1560) di Giuliano Presutti e la “Visitazione” (1620) di Giovanni Francesco Guerrieri.
All’interno della sala comunale è invece presente una collezione di ceramiche donata a Serrungarina da Gian Carlo Bojani fra i massimi esperti al mondo nel settore della ceramica.
Se farete una passeggiata lungo le mura del paese noterete un passaggio le cui grandi arcate si aprono sul meraviglioso panorama della vallata del Metauro. Il nome di questa zona è “Profermo”. In tempi antichi qui si stazionava prima dell’ingresso in ospedale, era una zona dedicata alla quarantena dei malati.
E nelle immediate vicinanze…
Ai piedi del borgo medievale si trova l’antica statio romana di Tavernelle, centro urbano importante fin dai tempi antichi per la sua posizione a cavallo tra le colline e il corso del fiume Metauro. In questo sito archeologico sono visibili i resti dell’antica via consolare Flaminia risalente al 220 a.C., un’antica taverna romana, una sorta di rifugio coperto per viandanti e animali, da cui prende il nome tutta la zona, con pianta a U con fronte porticata e un tempio dedicato al dio Attis, personaggio legato al culto della dea Cibele.
Se venite da queste parti non potete non visitare i castelli di Barghi, dove si trovano la chiesa di Santa Apollonia e diverse ville antiche appartenute alle famiglie Federici, Serafini e Oliva, e Pozzuolo, un delizioso borgo fortificato, conosciuto come “Borgo del silenzio” per la grande pace che qui si respira e che, vicino al monte della Matera, mostra un caratteristico campanile del ‘600.
Come arrivare a Serrungarina in auto?
Prendere l’autostrada A14 (da nord: in direzione di Ancona; da sud: in direzione di Napoli e poi di Pescara), uscire a Fano, seguire la direzione Roma, percorrere la superstrada SS 73 bis E 78 Fano-Grosseto fino a Calcinelli di Saltara, proseguire seguendo indicazioni per Serrungarina.