Orciano di Pesaro è uno dei piccoli borghi dell’entroterra marchigiano, tra le valli del fiume Metauro e del fiume Cesano, non lontano dall’azzurro del mare Adriatico e dalle montagne dell’Appennino Umbro-Tosco-Marchigiano. San Giorgio di Pesaro che insieme a Barchi e Piagge forma dal 2017 il Comune di Terre Roveresche, ancora oggi offre a chi viene qui la possibilità di riscoprire i segni di un passato trascorso nella semplicità della vita contadina.
Lo storico Sebastiano Macci sostiene che Orciano venne edificato da un gruppo di Cartaginesi erranti, scampati alla sconfitta subita a opera dei Romani nella battaglia sul fiume Metauro, avvenuta nel 207a.C.
Nel 1339 Galeotto Malatesta, della Signoria di Rimini, entrò in possesso delle terre di Orciano e per il mantenimento delle sue truppe, gravò di ingenti tasse sui suoi abitanti che, esasperati, si ribellarono. Una volta repressa l’ira degli Orcianesi, con il feroce assalto e saccheggio del Castello, Galeotto Malatesta per guadagnarsi la benevolenza della popolazione elargì ad essa doni e onori e nel 1348 eresse la Torre che domina il centro storico.
L’altra Signoria che maggiormente caratterizzò la storia di Orciano fu quella di Giovanni della Rovere che fece costruire la Chiesa di Santa Maria Novella su progetto di Baccio Pontelli e l’arricchì con gli stucchi del Brandani e lo splendido portale che la tradizione vuole attribuito a Raffaello, anche se ciò non è mai stato confermato. Con la scomparsa della dinastia Roveresca nel 1631, Orciano assieme alle terre del Ducato di Urbino passarono a far parte dello Stato Pontificio, per poi confluire nel Regno Sabaudo.
La chiesa di Santa Maria Novella si trova nel cuore del centro storico di Orciano, sulla destra provenendo dal corso Matteotti e dall’ingresso principale al Castello. Non potrete fare a meno di notarla quando vi passerete davanti. Nonostante le dimensioni piuttosto ridotte, la sua facciata è ampiamente decorata e dominata da un bellissimo portale scolpito in pietra bianca.
Proseguendo la passeggiata, in una piccola via, sempre sulla destra, si trova il Museo della corda e degli antichi mestieri, che celebra il mestiere più diffuso ad Orciano, quello dei fabbricatori di corde. I cordai di Orciano erano noti nel territorio per la loro abilità e ricercati anche dai marinai fanesi per il sartiame dei loro pescherecci.
Proprio davanti a questo museo sorge la bellissima Piazza Giò Pomodoro. Forse in pochi sanno che ad Orciano di Pesaro nacque nel 1930 il grande artista Giò Pomodoro, che qui trascorse la sua infanzia. Scultore e orafo insieme al fratello Arnaldo, fu uno dei più grandi scultori moderni italiani, rinomato in tutto il Mondo per le sue sculture marmoree e bronzee.
Negli anni ‘50, dopo la morte del padre, Giò Pomodoro si trasferì a Milano, ma non dimenticò mai la sua amata Orciano, tanto che le volle dedicare la piazza che ora prende il suo stesso nome, da lui pensata e progettata sullo stesso luogo dove un tempo sorgeva la sua casa natale. Per questo motivo fu anche la piazza a lui più cara, l’opera alla quale si sentiva più legato, il monumento progettato sotto la sua diretta guida.
Lo stesso artista realizzò anche la scultura del “Sole Deposto” collocata al centro della piazza, oltre a due opere in bronzo quali la Corda e l’Orcio poste ai lati dell’ingresso alla piazza sul fronte principale.
A dominare una delle vedute più belle del borgo, questa piazza, inaugurata nel 2004, è una stupenda testimonianza di quanto i luoghi in cui si vive l’infanzia non ci abbandonano mai. Anche allontanandoci fisicamente da essi, un sottile filo ci lega per sempre a loro.
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